Vi racconto una storia, una di quelle a lieto fine, la storia di una mamma e del suo piccino di sei mesi. La mamma, che si chiama Pimpinella è un’asinella di piccola statura, di sette anni, dal mantello grigio e morbido, testa conica e occhi grandi e dolci. Le sue gambe fini, con zoccolini da ballerina sono pennellate da sfumature di nero, come anche il perimetro delle sue lunghe orecchie. Pimpinella verso la metà di giugno diede alla luce un puledrino, tutto marrone scuro. Il parto andò bene…lei da sdraiata guardò per la prima volta quel piccolo, tutto umido, che apriva quegli occhi marroni scuri e cercava di farli adattare alla luce. “Aspetta….” Pensò lei “ora di te prenderò per sempre cura”. Iniziò a leccarlo, così lo scaldava e lo puliva, ed in quel gesto il più semplice che la natura fa fare agli animali, fa sì che si trasmetta l’imprinting tra madre e figlio. Un legame indissolubile per tutta la vita. Ma tutto d’un colpo il piccolo si alzò, iniziò a sperimentare l’equilibrio sulle sue gambe lunghe, fini e delicate. Il peso gravava sugli zoccolini ancora morbidi, e piano piano come un equilibrista prese confidenza con i suoi mezzi, ma….aveva fame…e d’istinto iniziò a girare intorno alla mamma…. “Eppure lo so…eppure è qua….non so perché ma è qua….aspetta…che profumo…mhmhmhm…che buono!!!!!” Il piccolo ha trovato il latte!!!! Pimpinella lo guardava amorevolmente, e pazientemente lo allattava, e lo coccolava. Sapeva che sarebbe stato l’amore della sua vita. Da lì Pimpinella ed il suo piccolo iniziarono la loro vita speciale, su di un colle di Camaiore, dove pascolavano liberamente in ettari e ettari di oliveti e bosco, indisturbati sia dall’uomo che dai i predatori, assieme a i loro simili. Sì, perché erano insieme ai loro cari, nel loro branco c’erano i nonni materni, le zie e qualche fratellastro. Erano lì tutti insieme a correre e giocare ed a tramandarsi il loro sapere sulle leggi della natura. Il piccolo cresceva e sempre più si faceva forte e giocoso. Le stagioni passano, l’autunno porta via i frutti ed il caldo dell’estate, per far riposare le piante e la terra dai mesi della produttività. Piano piano il Generale Inverno iniziò a bussare la porta….e d’improvviso il branco assistette a qualcosa che gli cambiò la vita.
Una mattina nel loro territorio entrò un animale a due gambe, ma chi era….era un uomo. Costui iniziò giorno dopo giorno a catturare i familiari di Pimpinella, e gli asinelli spaventati vedevano sparire i loro amati. Erano tristi, non sapevano dove andavano, e sapevano in cuor loro che non si sarebbero visti più. Pimpinella si teneva stretto il piccolo, che giocava vivacemente senza aver coscienza di ciò che succedeva intorni a lui. Un bel giorno vennero da loro due donne alte e Pimpinella col suo piccolo da lontano le guardavano. Erano diverse da tutti coloro che sino a quel momento erano venuti. I loro occhi erano buoni e i loro corpi si muovevano con dolcezza e comunicavano amore. “Che belle creature” pensò Pimpinella. Queste due donne dopo aver visto gli asinelli, andarono via. Non portarono via nessuno con loro. Lì per lì Pimpinella ci rimase male. Il branco si stava sgretolando. Tutti questi esseri umani che portavano via i loro affetti. Pimpinella aveva paura che gli portassero via il piccolo, e che andasse in mani di persone inadeguate. Avrebbe avuto piacere di poter rincontrare quelle due donne, e sperava in cuor suo che tornassero.
Come ogni desiderio forte e di spirito buono, c’è sempre qualcuno lassù nel cielo che ci dà una mano, e fu così che un bel giorno, quelle due misteriose donne ritornarono al colle, e non erano sole, erano assieme ad un altro essere umano femmina. Pimpinella quando le vide era contenta, e guardava questa terza creatura a distanza. Era curiosa sì, ma non si lasciava avvicinare e Poldo stava vicino alla mamma guardando anche lui con attenzione. Pimpinella sperava di andare con loro, a pelle ed in cuor suo sentiva che erano buone, ma queste nuovamente se ne andarono. “Che amarezza”, pensò Pimpinella dentro di sé. Girò i fianchi ed insieme al piccolo tornarono a mangiare i rovi intorno all’uliveto. Il tempo passava, ed il mese di dicembre iniziava a dar forza al Generale Inverno, che col suo freddo e gelo avvolgeva le colline e le spiagge Versiliesi. I monti si vellutavano di bianco, ed il sole al tramonto li spennellava di rosa. Pimpinella guardava questo spettacolo della natura ogni giorno, e continuava in cuor suo a sperare di rivedere quelle donne e essere portati via da loro. Ma un bel giorno si presentò un uomo piccolo, magro, col volto vissuto. Costui prese di forza Pimpinella. “No!!!! Cosa fa questo essere!!!! No!!!! Cosa mi mette in testa!!!! Io non lo voglio!!!! Piccolo dove sei!!!!” Pimpinella si dimenava con forza mentre l’uomo la portava via per farla salire su un camion, e voltandosi vide che avevano preso con lei anche il piccolo. Da una parte era confortata perché erano insieme, dall’altra in preda alla paura perché non sapeva più del loro domani. Caricati entrambi di peso sul camion, per la prima volta Pimpinella ed il piccolo fecero un viaggio. Lì dentro tutto ballava, avevano difficoltà nel trovare equilibrio. La paura li faceva stare fermi fermi in attesa degli eventi. Tutto d’un colpo il motore si spense e si aprì il portellone. “Eccoci…ci siamo” pensò Pimpinella. Il piccolo uomo si affacciò e nuovamente prese alla corda i due asinelli. Pimpinella era opposta alla corda tutta indietro, scese dal camion con i posteriori seduti ed il cucciolo le ballettava intorno. Quando furono a terra Pimpinella con stupore vide dove erano arrivati. “Non ci posso credere…le tre donne!!!!” Sono qui!!! E quanti cavalli!!!!” La mamma si rassicurò. Furono messi in una calda stalla, con fieno in abbondanza. Ogni giorno accuditi, e Pimpinella di quell’abbondanza ne fece scorpacciata tanto che le venne il mal di pancia. “ohi ohi ohi che dolore….e che mi fanno anche camminare, e costui chi è!!!! Ahi!!!! Mi buca!!!!” Pimpinella vide per la prima volta il dottore, che le fece una puntura per far calmare il mal di pancia. Lei ed il piccolo furono poi messi a trotterellare in un grande recinto, lei si rilassò e le passò tutto. Le donne si prendevano cura della mamma e del piccolo. Costui dalle prime due gli fu dato il nome: Poldo. Piccolo, buffo, un batuffolo di pelo morbido, e con pancia rotonda! Quale miglior nome? Da oggi il figlio di Pimpinella aveva un riconoscimento!
La donna più piccina e bionda iniziò piano piano tutti i giorni a prenderli con cavezza e lunghina, ad insegnargli a camminare assieme all’uomo ed ai bimbi, ad essere spazzolati, a dare i piedi ed ad avere pazienza con i ragazzi più maldestri. Gli asini hanno un enorme cuore e pazienza per chi ha bisogno di cure ed affetto! Pimpinella e Poldo col tempo si sono dimostrati all’altezza del loro onorato compito; infatti, dovevano aiutare i bambini con difficoltà fisiche e mentali. Piano piano si sono lasciati andare e hanno donato il loro cuore e pazienza a questi ragazzi, aiutandoli e facendogli passare dei momenti indimenticabili. Poldo sempre più cresceva ed il suo pelo invernale lo proteggeva. Il suo carattere vispo e curioso lo portava ad uscire di notte di nascosto dal recinto per andare a mangiare il fieno direttamente dal fienile. Per tre giorni la donna che li custodiva assisteva ad una scenetta buffissima: appena arrivava la mattina con la macchina al cancello vedeva Poldo correre verso il recinto, e rientrare furtivamente dentro, addirittura a volte mettendosi aggiaccato, come per dire “Non è successo nulla, non hai visto nulla, guarda io sono qua dentro bravo bravo, non ero fuori come mi hai visto!”
Questa è la storia di due asinelli, mamma e figlio, che hanno avuto un’enorme fortuna nella vita di un equino, cioè quella di essere capitati in buone ed amorevoli mani. Persone che hanno un forte amore per il prossimo e per gli animali hanno salvato questi due asinelli selvatici, che chissà in che mani potevano finire, e ora questi due dolcissimi animali restituiscono questo favore ai bambini della Fondazione TIAMO, donando amore gratuito a tutti, normodotati e non.
NOTE del Redattore
Paola Apolloni *
Centro Ippico Il Sentiero s.s.d. a r.l.
Telefono 393/3521633
Email: centroippicoilsentiero@gmail.com
Le due signore alte di cui si parla nel racconto sono Simonetta Barabino e Raffaella Agrippa che hanno direttamente partecipato all’acquisto dei due animali, donati alla Fondazione TIAMO (www.fondazionetiamo.it)
La piccola signora bionda è invece la stessa autrice del racconto